domenica 8 giugno 2014

"Sali un attimo?"

"No guarda - fa lui scostandosi dalla porta - filo a casa che è già tardi... ci sentiamo."
Due baci veloci per salutarsi, si gira e cammina verso la macchina.
Lei resta a guardare la sua schiena, senza sorridere. La strada è poco illuminata, si distinguono i capelli e il profilo del giubbotto, di spalle potrebbe essere chiunque; un passante, un amico che saluta e torna alla sua vita, come niente fosse.
E' ora di entrare in casa, Claudia. Cosa stai aspettando ancora?
Cosa aspetta? Niente, sarebbe la risposta giusta. Stasera, come diverse altre sere precedenti, non doveva succedere niente: si esce con gli amici, si fa la strada insieme per raggiungere gli altri, si chiacchiera, si sta in silenzio e, tranquilli, ci si dà la buonanotte fino al prossimo weekend. E ci si manca, fino al prossimo weekend. A lei, a dirla tutta, mancava già. Già dal momento in cui aveva girato sui tacchi senza guardarla; già dalla settimana prima, in realtà. 
Qual è il problema, mi chiedo, vi siete visti, no? Avete detto le vostre cazzate, no?
Sì, sì, era andato tutto bene, si ripete. E cosa pretende, allora? Anzi, cosa attende? C'è quella sensazione scomoda alla bocca dello stomaco, come se ti avessero preso via un pezzettino e non avessero rimesso le cose a posto. Un piccolo vuoto, lì sotto il cuore, vicino ai polmoni, che alimenta sospiri ed è così facilmente ignorabile. Di solito. 
Eppure va tutto bene, non c'è niente che deve cambiare, perchè non sei contenta?
Non c'è niente che deve cambiare...? Ci teniamo in un equilibrio stretto, innaturale... a tratti soffocante. Ma ci siamo sforzati tanto per mettere in chiaro questa condizione di "via di mezzo", no? 
Ripensa a loro. E all'ultimo mese. Ripensa a come sono riusciti, finalmente, a parlare, ad aprire il cuore ed ammettere, lei per prima, quello che le passava per la testa. Che razza di rapporto abbiamo, era la domanda. Una bella domanda. C'è qualcosa? C'è del sentimento? Innegabile. Ma abbastanza da portare a...? No. Questo no. Solo a pensarci era ansia, e problemi, e un intero quaderno di ragioni sul perchè non dovevano stare insieme. Ma amici... mai. 
Allora? Si erano chiesti. Allora si vede. Io, te, il tempo e le vicende... per ora una cosa: non so cosa voglio diventiamo, non so cosa possiamo diventare, ma so quanto ci tengo e so, finalmente, cosa passa per la testa anche a te.
All'inizio era stata molto fiera di questo risultato. Si erano detti la verità, non dovevano nascondere, non dovevano farsi duemila paranoie su cosa mai potesse l'altro intendere o pensare ad ogni messaggino, sorriso, domanda. Si poteva stare sereni, adesso, tranquilli. Le cose avrebbero fatto il loro corso e loro sarebbero stati tranquilli. 
E' stato l'equilibrio perfetto. Per circa quindici giorni. 
Ma le cose non si risolvono finché non lo fai tu. Loro possono prendere certe pieghe, vedere come reagisci, costringerti a certe decisioni... ma non vanno al loro posto da sole. Ed è stato così che anche ribadendo che, ehi, adesso ci diciamo tutto, eh, adesso ci sentiamo senza problemi, adesso ci siamo chiariti... le paure sono tornate, le ansie, le scocciature per ogni parola non colta, per ogni messaggio non risposto, per ogni uscita che le ribaltava la prospettiva e le faceva pensare "Ehm, forse non pensa quello che pensavo pensasse...".
E adesso che, di nuovo, lui andava via, lei non era serena. Nè tranquilla. Nè, tantomeno, contenta. 
Ma come fare. Non stai bene nella via di mezzo, ma allo stesso modo nessuno vuole sbilanciarsi, per terrore di cadere dall'altra parte.
"Riccardo."
Lui si ferma, aveva fatto appena sei passi.
"Penso solo a te, sempre a te, e non so cosa dovrei fare."
Pensa anche un'altra cosa, in realtà: pensa che non funzionerebbero mai, insieme, neanche un po'. Che è un rischio da non prendere. Lo sa già. E stava per dirlo.
Sta per dirlo ma lui si è girato, ancora, e stavolta la guarda.
Brucia quei passi tra di loro e le è davanti, sempre guardandola.
E prima che possa uscire la seconda frase, le prende il viso, attirandola a sé, non permettendole di aggiungere altro. 

Forse lui non la pensava così. 
O forse lo temeva un po',
oppure lo sapeva ma, semplicemente, non gli interessava.

C.







5 commenti:

  1. Le cose non cambiano perchè non le cambi tu, è una grande verità amica mia.
    Ma, ti chiedo, vale la pena di cambiare per creare qualcosa che potrebbe farti male?
    Bacioni

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    1. Eh, cara, è quella la domanda.
      Quanto vale la candela?
      E non lo so.

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  2. "Le cose non si risolvono finché non lo fai tu", già. Come farebbe l'universo a provvedere di sistemarle se nella tua mente in partenza restano ingarbugliate? Non c'è nessuno a decidere per noi.
    L'immobilità può venire dopo una serata perfetta in cui l'arrivederci è la parte più dolorosa e ricca di dubbi. Cosa ne sarà del nostro rapporto? Durerà, cambierà o finirà? I bei ricordi non dovrebbero mai concludersi in paura.
    Sei soddisfatta di come si sta evolvendo? Reagire non significa per forza cambiare, a volte è sufficiente alimentarlo.
    Mi sei mancata sai? Ricambio l'abbraccio con affetto e stima :)

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  3. Niente si risolve (o si complica) da sè, Per quanto si possa stare "a guardare come va" non si può essere spettatori passivi per sempre... di solito a dire il vero ci si riesce per molto poco. Fa paura.
    Cazzo se fa paura, il 90% delle volte poi va così di merda... ma ehi, siamo esseri umani, non possiamo smettere di tentare, di andar incontro a decisioni, svolte, burroni, salite. Abbiamo bisogno di sapere, di dare un taglio a situazioni incerte anche a rischio di ferirci.
    O di ricevere un bacio inatteso...
    Un abbraccio

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  4. Cara Clà, finalmente ti rileggo.

    Partendodaj presupposto che solo tu puoi sapere quanto ne vale la pena,e lo puoi scoprire solo dentro il tuo grande cuore,io posso solo portarti la mia esperienza. Un umile consiglio,nulla mi più!
    Le situazioni in bilico,non ufficiali,non definite,non pubbliche non portano quasi mai a qualcosa di positivo. E un sentimento che non è abbastanza per.....appunto non è abbastanza e a meno che questo non cresca e diventi un sentimento che....è probabile che faccia soffrire!ma è anche vero che tutte le storie sono diverse...Nel mio caso era andata male ma magari nel vostro caso tutto si evolverà x il meglio:-) un bacio
    Mary

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