martedì 28 maggio 2013

Non lo so,

questa storia dell'essere umano è un bel casino.

Non solo sei nervi, carne, sangue:
vivi 3 ore e già le emozioni ti esplodono in testa come un fiume in piena.

Credi di avere sotto controllo la situazione, di sapere come comportarti, di conoscere i limiti del caso. Sai dove sono i paletti, no, lo sappiamo entrambi.

Poi eccole, dietro l'angolo, dietro un gesto, dietro un imprevisto: maree di emozioni-contraddizioni. (contraemozioni?)
E ti trovi di nuovo con niente in mano, con la confusione in testa, nei sensi, nel cuore.

Esiste un porto?
Sono spaventata, a volte, dalla forza con cui i miei sentimenti vengono a galla, a ondate successive, sempre più rumorose, sempre più feroci. Vogliono aria, spazio, soddisfazione, spiegazioni.
E a volte che puoi fare, se non aspettare che vadano a posto da soli?

E se poi non lo fanno?
Perchè le persone sono tremende, sai, hanno questa capacità di tirarmi fuori di tutto e rivoltarmi come un calzino. O forse sono io che giro col cuore in mano.


a post sconclusionati production ©

lunedì 6 maggio 2013

Lei scriveva poesie


e mi aprì il cuore in due.

Era caduta soffice, come la prima neve. Non te l'aspetti, magari, e quando te ne accorgi, c'è un bello strato bianco a terra, sui rami, sulle auto.
E così era stata lei.
Ho aperto gli occhi e l'avevo già sopra, sotto, dentro di me.
Era scesa silenziosa;
anche ingenua, sai. Non c'era niente di seducente, di ambiguo in lei.
Era solo lì.
Solo bella.
Fresca.
Ebbi paura di non trovarla più con le prime giornate di sole.
Volevo rimanesse.
Non volevo possederla, neanche sfiorarla.
Volevo fosse qui.
Si può volere in un modo così strano?
Si può amare e non spiegarlo amore?
Perchè, poi, etichettare il sentimento?
Pensa davvero, l'uomo, di aver già scoperto e catalogato tutto ciò di cui il suo cuore è capace?

Questo affetto confuso,
è così nuovo.